Julio Velasco, la cultura degli alibi
Julio Velasco, la cultura degli alibi
I primi contatti di Velasco con la pallavolo avvengono ai tempi del liceo e dell'università, quando gioca ed allena selezioni giovanili, ma la sua carriera vera e propria inizia nel Ferro Carril Oeste di Buenos Aires, dove vince quattro campionati argentini consecutivi tra il 1979 e il 1982. In quello stesso anno, come vice-allenatore della nazionale argentina, vince la medaglia di bronzo ai campionati mondiali, giocati in casa.
Nel 1983, scoperto da Giuseppe Cormio, giovane Direttore Sportivo, si trasferisce in Italia, per allenare la Latte Tre Valli Jesi in A2. Nel 1985 passa alla Pallavolo Modena. Qui incontra, ancora giovani, alcuni dei giocatori che segneranno la storia del volley nel decennio seguente: Luca Cantagalli, Lorenzo Bernardi e Andrea Lucchetta, cui si aggiungerà l'anno successivo il palleggiatore Fabio Vullo. Insieme al più esperto Franco Bertoli, formeranno l'ossatura di una squadra capace di riportare lo scudetto a Modena e di vincerlo per quattro stagioni consecutive, fino al 1989.
Nel 2003 rientra nel campionato italiano, trascinando la Coprasystel Piacenza alla finale scudetto, persa contro la Sisley Treviso. Nel 2004 torna a Modena dopo quindici anni. Dopo due stagioni con risultati altalenanti, nel 2006 passa alla Acqua Paradiso Gabeca Montichiari dove concluderà la stagione al nono posto. Nella stagione 2007-2008 ha conquistato con la squadra bresciana i play-off scudetto, traguardo che alla società Gabeca mancava da 5 stagioni.
Nazionale
Nel 1989 passa ad allenare la nazionale italiana. Ottiene subito l'oro ai campionati europei, disputati in Svezia, il primo nella storia della pallavolo italiana. È solo il primo di una lunga striscia di successi. Fino al 1996, quando Velasco lascia la panchina azzurra, l'Italia colleziona 3 ori europei, 2 mondiali e 5 vittorie nella World League, oltre ad altri trofei minori. Artefici in campo di questi successi sono tra gli altri Andrea Zorzi, Andrea Giani, Paolo Tofoli, Pasquale Gravina, Marco Bracci, oltre ai già citati Bernardi, Cantagalli e Lucchetta. Questo straordinario gruppo di giocatori forma la cosiddetta generazione di fenomeni, e la nazionale italiana di quegli anni verrà in seguito premiata dalla FIVB come Squadra del secolo. Il talento dei giocatori che ha a disposizione non mette però in secondo piano la figura dell'allenatore, tanto che in quel periodo Velasco diviene noto anche al di fuori del mondo della pallavolo. Celebri alcune sue espressioni, come gli ”occhi della tigre”, per indicare lo sguardo grintoso che pretende dai suoi giocatori in campo. Solo un traguardo resta irraggiungibile per quella formazione: l'alloro olimpico.
Nel 1997–98 Velasco allena la nazionale italiana femminile. Da una sua idea prende vita il Club Italia, una squadra formata dalle giovani più promettenti selezionate dalla federazione, per permettere loro di allenarsi tutto l'anno senza lo stress legato alle competizioni con le proprie società. Nel Club Italia militeranno tra le altre Elisa Togut, Eleonora Lo Bianco, Anna Vania Mello e Simona Rinieri, campionesse del mondo nel 2002 in Germania.
Nel 2001 torna ad allenare una squadra di pallavolo: la nazionale ceca maschile. Attualmente, dopo una parentesi con la nazionale maschile spagnola di pallavolo, ex campione di Europa in carica (aveva vinto l'Europeo in Russia nel 2007 con in panchina Andrea Anastasi), allena la nazionale iraniana.
I primi contatti di Velasco con la pallavolo avvengono ai tempi del liceo e dell'università, quando gioca ed allena selezioni giovanili, ma la sua carriera vera e propria inizia nel Ferro Carril Oeste di Buenos Aires, dove vince quattro campionati argentini consecutivi tra il 1979 e il 1982. In quello stesso anno, come vice-allenatore della nazionale argentina, vince la medaglia di bronzo ai campionati mondiali, giocati in casa.
Nel 1983, scoperto da Giuseppe Cormio, giovane Direttore Sportivo, si trasferisce in Italia, per allenare la Latte Tre Valli Jesi in A2. Nel 1985 passa alla Pallavolo Modena. Qui incontra, ancora giovani, alcuni dei giocatori che segneranno la storia del volley nel decennio seguente: Luca Cantagalli, Lorenzo Bernardi e Andrea Lucchetta, cui si aggiungerà l'anno successivo il palleggiatore Fabio Vullo. Insieme al più esperto Franco Bertoli, formeranno l'ossatura di una squadra capace di riportare lo scudetto a Modena e di vincerlo per quattro stagioni consecutive, fino al 1989.
Nel 2003 rientra nel campionato italiano, trascinando la Coprasystel Piacenza alla finale scudetto, persa contro la Sisley Treviso. Nel 2004 torna a Modena dopo quindici anni. Dopo due stagioni con risultati altalenanti, nel 2006 passa alla Acqua Paradiso Gabeca Montichiari dove concluderà la stagione al nono posto. Nella stagione 2007-2008 ha conquistato con la squadra bresciana i play-off scudetto, traguardo che alla società Gabeca mancava da 5 stagioni.
Nazionale
Nel 1989 passa ad allenare la nazionale italiana. Ottiene subito l'oro ai campionati europei, disputati in Svezia, il primo nella storia della pallavolo italiana. È solo il primo di una lunga striscia di successi. Fino al 1996, quando Velasco lascia la panchina azzurra, l'Italia colleziona 3 ori europei, 2 mondiali e 5 vittorie nella World League, oltre ad altri trofei minori. Artefici in campo di questi successi sono tra gli altri Andrea Zorzi, Andrea Giani, Paolo Tofoli, Pasquale Gravina, Marco Bracci, oltre ai già citati Bernardi, Cantagalli e Lucchetta. Questo straordinario gruppo di giocatori forma la cosiddetta generazione di fenomeni, e la nazionale italiana di quegli anni verrà in seguito premiata dalla FIVB come Squadra del secolo. Il talento dei giocatori che ha a disposizione non mette però in secondo piano la figura dell'allenatore, tanto che in quel periodo Velasco diviene noto anche al di fuori del mondo della pallavolo. Celebri alcune sue espressioni, come gli ”occhi della tigre”, per indicare lo sguardo grintoso che pretende dai suoi giocatori in campo. Solo un traguardo resta irraggiungibile per quella formazione: l'alloro olimpico.
Nel 1997–98 Velasco allena la nazionale italiana femminile. Da una sua idea prende vita il Club Italia, una squadra formata dalle giovani più promettenti selezionate dalla federazione, per permettere loro di allenarsi tutto l'anno senza lo stress legato alle competizioni con le proprie società. Nel Club Italia militeranno tra le altre Elisa Togut, Eleonora Lo Bianco, Anna Vania Mello e Simona Rinieri, campionesse del mondo nel 2002 in Germania.
Nel 2001 torna ad allenare una squadra di pallavolo: la nazionale ceca maschile. Attualmente, dopo una parentesi con la nazionale maschile spagnola di pallavolo, ex campione di Europa in carica (aveva vinto l'Europeo in Russia nel 2007 con in panchina Andrea Anastasi), allena la nazionale iraniana.
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